🚨 Bloomingdale’s: la peggior campagna marketing di Natale
❄️ Quando una frase rovina una campagna natalizia
Benvenuto nella mia rubrica “Le migliori e peggiori campagne marketing di sempre”.
Io sono Tommaso Bolognesi, consulente di marketing e comunicazione, e ogni settimana analizzo i casi reali che hanno lasciato il segno — nel bene e (come in questo caso) nel male.
Oggi ti porto nel cuore di uno degli errori più gravi nella storia del branding natalizio:
la campagna di Bloomingdale’s del 2015.
🎯 L’intento della campagna
Nel 2015, il celebre department store americano Bloomingdale’s lancia il suo nuovo catalogo natalizio.
Obiettivo? Essere giovane, fresco, ironico, con uno stile “smart & brillante” in linea con lo spirito delle feste.
Ma poi, tra abiti eleganti e sorrisi patinati… compare una frase che distrugge tutto:
“Spike your best friend’s eggnog when they’re not looking.”
(Tradotto: Versa qualcosa nel drink della tua migliore amica mentre non guarda.)

🚨 Il problema: quando il copy è un boomerang
Quella che doveva essere una battuta provocatoria, è diventata un messaggio pericoloso e insensibile.
Ecco perché:
- “Spike” in inglese significa drogare un drink di nascosto, spesso a scopo sessuale
- Riguarda una “migliore amica”, simbolo di fiducia e sicurezza
- Il tutto in un periodo in cui si parlava apertamente di cultura dello stupro nei college americani
Un copy nato forse per essere dark humor, ma che ha fallito clamorosamente sul piano etico e culturale.
📉 La reazione: backlash globale
Il web non perdona.
- 🗞️ Giornalisti e attivisti attaccano il brand
- 🧵 L’hashtag #BloomingdalesFail diventa virale
- 🚫 Inizia una campagna di boicottaggio
- 🤬 Il messaggio viene visto come una normalizzazione di comportamenti criminali
In un’epoca di crescente attenzione al tema del consenso, Bloomingdale’s sembrava completamente scollegata dalla realtà sociale.
📜 Le scuse ufficiali
Il brand corre ai ripari con una dichiarazione:
“Ci scusiamo profondamente per l’errore. È stata una mancanza di giudizio. Ci impegniamo a fare meglio.”
Ma per molti consumatori, le scuse furono viste come:
- Tardive
- Superficiali
- Inefficaci nel ricostruire la fiducia
La reputazione del brand subì un colpo durissimo.
🧠 Lezioni di marketing dal caso Bloomingdale’s
Da questo fallimento comunicativo possiamo trarre almeno 4 lezioni fondamentali:
1. Ogni parola pesa
Una frase “divertente” può diventare offensiva e dannosa in un attimo.
2. Il contesto culturale è tutto
Ignorare il clima sociale può trasformare la creatività in una catastrofe.
3. La creatività senza responsabilità è pericolosa
Essere provocatori senza filtri oggi è marketing suicida.
4. Il danno reputazionale è istantaneo
Con i social media, basta una singola pagina per rovinare anni di branding.
📊 L’impatto sul brand
Bloomingdale’s è sopravvissuto.
Ma questo errore è diventato un caso studio negativo, citato ancora oggi in:
- 🏫 Università
- 📚 Webinar
- 📕 Manuali di crisi comunicativa
Una macchia indelebile nella storia del brand.
📎 Conclusione: una lezione per ogni comunicatore
Questa è una delle peggiori campagne marketing natalizie mai viste.
Una dimostrazione concreta che non basta saper scrivere bene: serve anche capire bene.
Empatia. Responsabilità. Contesto.
Sono queste le nuove regole del marketing moderno.
📚 Continua la rubrica!
Ogni settimana su questo blog analizzo:
✅ Campagne brillanti
❌ Flop pubblicitari clamorosi
🎯 Strategie che funzionano (e quelle da evitare)
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Sono Tommaso Bolognesi e aiuto aziende e professionisti a comunicare con intelligenza, impatto e consapevolezza.
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❓ FAQ – Domande frequenti
- Perché la frase di Bloomingdale’s ha causato uno scandalo?
Perché ha banalizzato un gesto associato alla violenza sessuale, in un contesto totalmente inappropriato.
- Cos’è il #BloomingdalesFail?
L’hashtag virale nato in seguito allo scandalo del catalogo natalizio 2015, usato per denunciare il messaggio offensivo.
- Cosa possiamo imparare da questo caso?
Che il marketing senza consapevolezza sociale può fare danni enormi al brand e alla sua reputazione.



